lunedì 2 gennaio 2017

Che la ricerca della nostra Storia non si fermi mai, 2010

Le condizioni di salute mi impediscono di partecipare insieme a Voi alla presentazione del  mio secondo volume della Storia di Concorezzo. Ma non possono  impedire al mio pensiero di essere in questo momento con Voi.
Innanzitutto ringrazio coloro che hanno voluto la  realizzazione di questo mio nuovo contributo alla nostra storia.
Quello che sono riuscito a raccogliere negli anni dopo la pubblicazione del primo volume non é certamente quanto avrei potuto fare se già fosse esistita, come oggi esiste nell'Archivio Storico e Libreria Ghiringhella, una base disposta a collaborare alla mia ricerca e a raccogliere il testimone. Non per nulla scrivevo, trent'anni fa, dopo la premessa al mio primo volume di questa Storia:  "Una delle cause per cui l'uomo ha incontrato tante difficoltà nel procedere verso l'avvenire é stata la sua ignoranza del passato".
Tale conoscenza faciliterebbe anche la comprensione del tempo in cui viviamo e delle necessità che esso ci procura. In ogni caso ritengo che questa possa essere la via per non concedere voce soltanto alle favole remote, agli assiomi dell’Ottocento ed agli slogan del Novecento. Non é che con questo voglia presentare soluzioni nuove, nè perfezionare le antiche.
So, poi, che altro è il leggere la storia, altro è lo scriverla nella maniera che possa essere più vicina alla realtà, specie quando si vuole, come me, penetrare nella quotidianità vissuta delle Comunità succedutesi sul nostro territorio nel corso dei secoli. E so, soprattutto, che altro è il viverla. Vivere quella storia che assorbe gli uomini e le loro opere, le ore e i giorni; che sta sopra al tempo e rimane impassibile a dirci le cose di ieri, come dirà, domani, le cose di oggi.
Ecco perchè per me non c'è edificio di Concorezzo di ieri nel quale non abbia intravisto uno spaccato della nostra storia: i suoi muri  conservavano le impronte degli avvenimenti e delle generazioni che in esso le une dopo le altre hanno lasciato. Davanti ad esse mi sono fermato a contemplare un fantasmagorico mutare di eventi e di volti in un reale aperto contrasto con la nostra vita nel suo ineluttabile limite. Memorie...
Ma sulla Storia indubbiamente assai meglio di me potrà illuminarvi il Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, Mons. Franco Buzzi, che desidero ringraziare per la Prefazione che ha voluto concedere a questo mio secondo volume della Storia di Concorezzo.  Senza  dimenticare Il Saluto dell'Amministrazione Comunale, la  Presentazione dei Presidenti dell'Archivio Storico della Città di Concorezzo e della Libreria Ghiringhella che mi hanno fatto veramente piacere.                                                                                     

                                                                                  Floriano Pirola

 Milano, 5 Novembre 2010

Procedendo in punta di piedi al lavoro di ricerca, ho cercato, spesso con fatica, la chiave dell'armadio che racchiude al suo interno l’accesso alla conoscenza, allo studio e alla comprensione della nostra Storia. Uno studio che mi ha affascinato, coinvolto fino a travolgermi.
Ogni tema di ricerca, comporta per l’operatore che vi si cimenta la
risoluzione di disparate problematiche che si accentuano, qualora sussista scarsa disponibilità di materiale e difficoltà oggettive di reperimento. Ed è proprio a tali riferimenti che si deve, certamente, subordinare la trattazione del mio lavoro: un lavoro di ricerca che si presenta di non facile ricognizione.


Prefazione



Dopo alcuni decenni di puntuali ricerche esce il secondo volume della Storia di Concorezzo. Ancora una volta Floriano Pirola ci stupisce per l’acribia e l’enorme passione con cui è andato a caccia di documenti e notizie nel tentativo, mai concluso, di fare luce sulle complesse vicende storiche del borgo di Concorezzo. A distanza di anni, siamo ora di fronte a un ottuagenario che non ha ancora accantonato l’idea di cercare con curiosità e di scrivere in modo accurato qualcosa di importante sugli amati luoghi della sua infanzia, che possa servire anche ad altri giovani studiosi, i quali raccoglieranno il testimone del suo impegno letterario.

Floriano Pirola, di formazione classica, giornalista e in seguito titolare del Centro di formazione de “La Centrale Finanziaria Generale”, pur non essendo uno storico di professione, si qualifica come lo storiografo di Concorezzo, per eccellenza. Nel tempo si è creato gli strumenti necessari per accostarsi ai documenti, per trascriverli e per interpretarli, dimostrando di saperli collocare, nella loro irripetibile singolarità, nello scenario più ampio della storia nazionale ed europea. È per altro evidente che al Pirola non interessa ripetere le grandi linee delle storie generali – che pure conosce assai bene – , ma importa andare alle fonti, ai documenti unici ed esclusivi, di una storia locale che non è meno difficile da scrivere di quella universale.

Ciò giustifica come mai, dopo poco più di trent’anni, esca un secondo volume che si riallaccia perfettamente alla fine del primo. Infatti questo volume offre, oltre ad altri saggi, la pubblicazione di una decina di fonti inedite, aggiungendole alla raccolta di quei circa quaranta documenti che corredano, come appendice, il primo volume uscito nel 1978 in prima edizione. La prefazione l’aveva scritta lo stimatissimo mio predecessore Mons. Angelo Paredi. Per questo motivo ho accettato subito di dare anche il mio modesto contributo a un’opera come questa, legata all’Ambrosiana per più di un motivo e da molti anni. Tra l’altro Floriano Pirola è stato un  grande estimatore di Mons. Giovanni Galbiati, il cui trentesimo di prefettura (1924-1954) fu pubblicamente celebrato da lui su due testate tra il 1954 e il 1955.

In realtà lo stesso profondo umanesimo cristiano che permeò l’opera del Galbiati traspare dagli intenti storiografici del Pirola, quando riconosce che fare storia significa andare alla ricerca delle motivazioni che inducono le persone ad agire, sicché occorrerebbe sempre portare alla luce lo scopo in vista del quale vengono prese dagli uomini le decisioni che fanno la storia. Così, al di là di qualsiasi determinismo che, se ammesso anche solo come ipotesi teorica, sopprimerebbe la storia autentica degli uomini, Pirola, dietro i fatti, mette in luce il tormento degli animi che si confrontarono severamente con gli ideali per i quali spesero la loro vita. È per esempio il caso di quella bellissima pagina di storia dedicata a ricostruire, perfino nei minimi particolari, il ministero pastorale e sociale (1918-1935) del Parroco Don Antonio Girotti, che, tra innumerevoli traversie e sofferenze, seppe mantenere la propria rotta, tra gli scogli del socialismo e del fascismo, in vista del bene di tutti. Tra l’altro, mi sia consentita questa confidenza, leggendo questo libro del Pirola ho scoperto con gioia che Don Girotti era natio di Lurate Abbate, il mio stesso paese d’origine.

Che dire, in sintesi, di questa Appendice? Essa raccoglie complessivamente quindici contributi, che rappresentano ricerche condotte dal Pirola dopo la pubblicazione del primo volume. Le ricerche, in parte sono già state proposte sulla Rivista «I Quaderni della Brianza» in parte, invece, sono pubblicate qui per la prima volta: tutte indistintamente testimoniano la volontà di percorrere, documenti alla mano, quelle vie di ricerca che potrebbero offrire ulteriori elementi validi per ricostruire la storia del “vecchio borgo”. Alcuni dei saggi qui presentati intendono dare seguito ai temi già affrontati nel primo volume. Perciò si presentano come approfondimenti puntuali di ricerche già avviate. Altri saggi, invece, affrontano argomenti del tutto nuovi, anche se il metodo non è affatto cambiato, anzi la volontà di inseguire nomi, volti, case, vie, proprietà e mestieri, gli usi e i costumi della gente operosa di Concorezzo –  dai nobili, ai semplici lavoranti agli artigiani e agli industriali – appare ancora più accentuata e appuntita: Pirola sfoglia e trascrive instancabilmente i nomi delle persone e delle realtà materiali che incontra nell’analisi dei suoi documenti prediletti, siano essi stati d’anime o registri del catasto, sempre ansioso di portare alla luce, attraverso ogni frammento documentario, ciò che l’oblio del tempo potrebbe fagocitare per sempre. Egli procede in modo deciso, ma al tempo stesso dimesso, professando che tale raccolta di documenti, se di per sé non è ancora una storia compatta, capace di restituire pienamente il vissuto quotidiano dell’amato borgo, costituisce d’altra parte la base imprescindibile dalla quale soltanto potrà scaturire, a opera di altri, una storia più organicamente articolata. Dipenderà dalle competenze diverse e complementari di coloro ai quali l’autore augura di raggiungere ulteriori risultati significativi, lavorando insieme, con metodi e sensibilità diverse, sulla moltitudine dei documenti qui fedelmente rintracciati e pubblicati, ma anche su altra documentazione che eventualmente riemergesse dagli archivi, soprattutto privati, delle grandi famiglie del posto. Tra coloro che hanno raccolto il testimone della passione per gli studi storico locali possiamo ora senz’altro ricordare l’attività svolta dall’«Archivio Storico della Città di Concorezzo» e dalla cooperativa libraria “La Ghiringhella”.

Del resto il Pirola, che, da serio studioso, ha la piena consapevolezza di muoversi in un cantiere sempre aperto, non teme nemmeno di smentire se stesso, quando il progresso della ricerca gli suggerisca soluzioni migliori di quelle cui prima era approdato. Lo si può vedere chiaramente nel primo capitolo dedicato al nome di luogo di Concorezzo, dove egli prende le distanze dalle ipotesi precedentemente avallate, per proporre, attraverso nuove piste di ricerca che lo hanno messo in contatto con studiosi disseminati in mezzo mondo, una nuova ipotesi, cioè quella della presumibile origine celtica.

Complessivamente il lavoro qui presentato è espressione significativa di amore per le proprie radici. Esso, come ogni ricerca storica locale, nasce dalla convinzione che si è eredi di una civiltà che può continuare a essere se stessa solo se conserva la memoria delle proprie origini e delle vicende storiche che l’hanno plasmata nel trascorrere del tempo. Dall’insieme emergono chiaramente i valori su cui è costruita la civiltà lombarda attorno a Milano, in particolare nella Brianza che si estende tra Milano e Lecco: famiglia, lavoro e religione cristiano-cattolica sono i tre capisaldi di un sistema sociale che si è alimentato da sé nel reciproco rafforzamento virtuoso di questi tre elementi assunti in circolo, in vista di una coesione sociale sempre più forte, capace di superare le ideologie del momento smascherandone di volta in volta la malefica impotenza.



Franco Buzzi
Prefetto della Biblioteca Ambrosiana

Captatio benevolentiae?

Negli anni ho compiuto scavi, sia pure fra le carte nella polvere degli archivi, riportando alla luce memorie di fatti accaduti e dimenticati. Mi auguro che altri ricercatori compiranno altri scavi. E dopo le opportune verifiche vi sia chi, con disciplina intellettuale, ordine e metodo, ne ricavi una Storia di Concorezzo sempre più vicina  a quello che è realmente accaduto e che tale nome sempre meriti veramente.

Un lavoro al quale bisogna accingersi indagando in particolare, dove è possibile, le condizioni di vita di ogni formazione sociale, così da poter cercare di dedurre da queste le concezioni politiche, religiose che ne sono derivate.

Una angolazione della ricerca; un’analisi storica precisa; l’esatta collocazione della situazione reale che i dati rappresentano; una marcia a ritroso; rigore nell’analisi storica e rifiuto di ogni schematismo. Non mi sembra illegittimo che si possano ricavare da ciò precisi orientamenti.

Coloro che dovranno studiare il materiale raccolto e presentato dovranno studiare, inoltre,

forme, stilemi.

(dalla propaganda orale alla propaganda digitale: un pugno d’aria sporca)


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